Servomotori.
Parliamo prima delle "favole metropolitane".
Molti pensano che si possa alimentare un servomotore, anche piccolo, direttamente da Arduino.
Non c'è niente di più sbagliato!
Il singolo servo assorbe già di suo più di quanto possa fornire il povero Arduino.
Lo schema tipico errato è questo:
Fig. 1: Servomotori: circuiteria ERRATA; |
Ho esagerato a mettere quattro servo ma anche soltanto uno esce dai limiti di alimentazione di Arduino.
Risultato:
comportamento molto instabile e rischio di bruciare lo stabilizzatore interno di Arduino.
L'aggiunta del gruppo di condensatori non basta alla bisogna (v. fig. 1).
Fig. 2: Servo con alimentazione IDONEA; |
Pilotaggio corretto:
Una soluzione alle favole metropolitane potrebbe essere quella di fig. 2, dove si evidenzia il fatto che l'alimentazione dei servo è diversa (v. nota 1) da quella della scheda di controllo. In questo caso i gruppi di condensatori fanno egregiamente il loro lavoro; il funzionamento è corretto ed esente da incertezze, sempre che il firmware sia adatto.
A questo punto, se notate ancora piccolissimi movimenti indesiderati dei servo, modificate il Firmware introducendo, ove necessario, piccole "isteresi". Basta una isteresi di uno o due step. Il funzionamento sarà sicuro e preciso e i motori resteranno fermi, una volta raggiunto il "set-point".
Buona sperimentazione!
nota 1:
non si tratta di alimentazione "galvanicamente separata" ma di semplice alimentazione "diversa" da quella dell'Arduino e con possibilità di erogare maggiore potenza. Una soluzione alternativa consiste nel prelevare l'alimentazione per Arduino direttamente dal robusto alimentatore aggiuntivo, massa comune.
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